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Monfalcone cresce, servono infrastrutture


 

A margine della XVIII Port and ShippingTech di Genova, Giancarlo Russo, Executive Director di FHP Holding Portuale, ha fatto il punto sulla crescita del porto di Monfalcone e sulle prospettive future dello scalo friulano. Tra intermodalità, sostenibilità e governance, ecco i temi principali affrontati nell’intervista. 
Qual è oggi la situazione del porto di Monfalcone? 
Siamo una realtà in crescita. Quest’anno abbiamo registrato un incremento dei traffici a doppia cifra confermando la tradizionale vocazione intermodale ferroviaria. Fino a settembre, come FHP, abbiamo già movimentato circa 1,2 milioni di tonnellate di merce: un risultato importante per uno scalo di dimensioni ridotte come il nostro, che però ha ancora grandi potenzialità di sviluppo. 
Quali sono i principali interventi infrastrutturali per sostenere questa crescita? 
Monfalcone è un porto che ha bisogno di attenzione. In particolare sul rafforzamento dei collegamenti ferroviari e sull’adeguamento infrastrutturale previsto nel piano regolatore in variante localizzata, già approvato. Una volta finalizzato l’intervento creerà gli spazi operativi che servono, a cominciare dall’estensione della banchina: oggi possiamo contare su 1.380 metri lineari, che non bastano più. Le navi provenienti dal Far East, cariche di prodotti siderurgici, hanno dimensioni tali da richiedere una dislocazione maggiore per operare in modo efficiente. Senza un ampliamento rischiamo di perdere competitività. FHP sta investendo anche in sostenibilità. 
Quali iniziative avete avviato in questo campo? 
Abbiamo scelto di puntare su mezzi elettrici per le operazioni portuali. Il primo investimento è una ralla elettrica, un passo concreto verso la decarbonizzazione delle attività. Tuttavia, è fondamentale che anche i fornitori si adeguino al nuovo paradigma, garantendo prestazioni e affidabilità paragonabili ai mezzi endotermici. Solo con un ecosistema industriale pronto e compatibile possiamo dare reale impulso alla sostenibilità. Oltre agli aspetti tecnici e ambientali, avete lavorato anche sul fronte delle strutture operative interne. 
Di cosa si tratta? 
Abbiamo completato la riqualificazione della palazzina portuale di nostra proprietà, situata su area demaniale. Si tratta di un intervento importante, che ha restituito spazi più moderni e funzionali ai lavoratori: nuovi spogliatoi, aree di ristoro e locali di ricovero in caso di maltempo. È un segnale di attenzione verso chi ogni giorno contribuisce al funzionamento del porto. Contiamo di inaugurare la struttura entro la fine dell’anno. 
Cosa vi aspettate per il futuro dello scalo? 
Il tema della governance è fondamentale. Serve una guida stabile per il porto e per l’intero sistema dell’Alto Adriatico. È essenziale avere quanto prima un presidente e un segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale con cui condividere strategie e obiettivi di sviluppo. Solo così potremo pianificare investimenti, attrarre nuovi traffici e rafforzare il ruolo di Monfalcone all’interno della rete logistica nazionale. 
In sintesi, quali sono le priorità per rendere Monfalcone ancora più competitivo? 
Tre parole chiave: infrastrutture, sostenibilità e governance. Dobbiamo completare gli interventi strutturali, proseguire negli investimenti ambientali e garantire una direzione chiara e stabile al sistema portuale. Monfalcone, pur essendo un porto di dimensioni contenute, ha dimostrato di poter crescere e diventare un punto di riferimento per i traffici del Nordest. Ora serve continuità e visione di lungo periodo per consolidare questi risultati.

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