Header Ads

La dogana come driver di profitto

 


Secondo lo studio “The Hidden Power of Customs Management in Global Trade”, realizzato da Customs Support Group (CSG) in collaborazione con Boston Consulting Group (BCG), la dogana non è più solo un obbligo di conformità, ma può diventare un vero e proprio driver di profitto per le aziende. 
Nel 2024, le autorità doganali globali hanno riscosso tra i 600 e i 900 miliardi di dollari in dazi, pari a quasi l’1% della produzione economica mondiale. La complessità doganale cresce, con regole di origine più stringenti, strumenti come il carbon border e tariffe dinamiche. Molte aziende sottovalutano i rischi e i costi nascosti: in Europa lo sdoganamento richiede mediamente da due a tre giorni, con errori evitabili che causano tra il 20% e il 40% dei ritardi, oltre a spese di detention e adeguamenti retroattivi dei dazi fino a dieci anni. Errori di classificazione o un utilizzo insufficiente degli accordi di libero scambio possono comportare pagamenti in eccesso che raggiungono spesso cifre a sette zeri. 
Lo studio evidenzia come integrare la gestione doganale già nelle fasi di approvvigionamento e progettazione dei prodotti riduca costi, acceleri i tempi di consegna e limiti i rischi di audit. 
Tre casi pratici lo confermano: un OEM internazionale ha ottenuto una riduzione media del 10% dei dazi grazie all’integrazione sistematica della FTA; un’azienda farmaceutica ha diminuito del 12% i costi medi di approdo tramite modifiche a packaging e formulazione; un gruppo tecnologico ha accelerato del 15% i tempi di consegna grazie a pre-sdoganamento e digitalizzazione documentale. 
I dati centralizzati, la governance chiara e l’automazione digitale sono elementi chiave per migliorare trasparenza e precisione. La classificazione assistita dall’intelligenza artificiale supera l’85% di accuratezza, riducendo errori e incongruenze, mentre l’elaborazione intelligente dei documenti dimezza i tempi di gestione dei flussi di lavoro, liberando risorse per attività a maggiore valore aggiunto. 
Lo studio evidenzia cinque leve principali per sfruttare appieno il valore aggiunto della dogana. Integrare la gestione doganale già nelle prime fasi di approvvigionamento e progettazione dei prodotti permette di ridurre i dazi e il costo dei beni venduti, accelerando il time-to-market. Centralizzare dati e governance favorisce maggiore trasparenza, riduce errori e prepara meglio l’azienda agli audit. La creazione di responsabilità inter-funzionali, coinvolgendo team di Tax, Legale, Supply Chain, Approvvigionamento e IT, consente decisioni più rapide e processi meno interrotti. Processi e sistemi flessibili, come i depositi doganali e la digitalizzazione dei flussi documentali, rafforzano la stabilità delle catene di approvvigionamento e diminuiscono i tempi di consegna. Infine, l’implementazione dell’intelligenza artificiale e dell’automazione assicura un’accuratezza superiore all’85% nelle classificazioni, riducendo sensibilmente la necessità di attività di revisione manuale.
Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.