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GIS 2025, modello innovativo per tutto il settore fieristico




Il segreto sta nell’adozione della postura da animale “predato”: «costante attenzione a parcepire i cambiamenti, i rischi e le opportunità che caratterizzano il mercato». Il successo di GIS 2025 è spiegato così dal suo ideatore e organizzatore, Fabio Potestà, Direttore di Mediapoint & Exhibition. La manifestazione di Piacenza, giunta alla decima edizione, si conferma modello innovativo, in grado di rinnovare, con le sue caratteristiche peculiari, il settore “ammaccato” delle esposizioni fieristiche. 
Qual è il segreto di una manifestazione come GIS? 
In due parole: periodicità e iper-specializzazione. GIS nasce in contrapposizione al modello fieristico tradizionale, caratterizzato per la sua natura generalista e la frequenza annuale, da un grande dispendio di risorse finanziarie sia da parte degli organizzatori sia degli espositori. Rispetto alla mancanza di focalizzazione settoriale siamo riusciti a intercettare una necessità di mercato, diventando così un punto di riferimento essenziale e ineludibile per gli operatori europei nei settori del sollevamento, della movimentazione industriale e del trasporto pesante. 
Come riuscite “a far muovere le persone”? 
Il modello finanziario adottato è orientato al valore per il visitatore. Azzerati i costi di parcheggio ed entrata la fiera si finanzia essenzialmente sul ritorno sull’investimento garantito agli espositori dalla qualità dei contatti. Da questo punto di vista anche il posizionamento strategico di Piacenza Expo fa la sua parte: parliamo di un polo logistico di estrema rilevanza nel Nord Italia e nel Sud Europa. Questo permette di rafforzare l’identità dell’evento e facilitare la partecipazione degli operatori che gravitano attorno ai grandi nodi intermodali della regione. 
In che modo si riesce a garantire una presenza di alto profilo? 
L’offerta espositiva è organizzata attorno a tre macro-settori interconnessi: macchine per sollevamento e trasporto eccezionale; movimentazione industriale e portuale/aeroportuale; piattaforme aeree. Per ognuno riusciamo ad attrarre non solo l’offerta generale ma soprattutto la grande committenza. La manifestazione funge da hub di procurement strategico, specialmente per i costruttori di macchine ad alto valore aggiunto. Oltre all'ingegneria civile, GIS attrae la committenza finale anche in settori critici e strategici, inclusi porti, interporti, e aeroporti. È significativa anche la partecipazione di società che operano nel comparto energetico. Un aspetto particolarmente rilevante per l'edizione del 2025 è il focus sul settore aeroportuale, con attrezzature specifiche non solo per la movimentazione degli aeromobili sui piazzali, ma anche per l'imbarco di persone disabili e la manutenzione ordinaria nelle aviorimesse.
Transizone tecnologica, come si configura l’offerta presentata al GIS? 
 Il tema centrale riguarda la propulsione verde. La manifestazione è palcoscenico per la presentazione di macchine ibride ed elettriche, nonché di soluzioni a propulsione a idrogeno, principalmente nel segmento del trasporto pesante. Senza però nascondere le criticità significative che l'industria deve affrontare, in particolare nella gestione dell'energia e del fine vita dei componenti. L’idrogeno è visto come un vettore ottimale per l'azzeramento delle emissioni, specialmente per i mezzi pesanti dove le batterie incontrano limiti di peso e autonomia. Tuttavia, l'infrastruttura di supporto è ancora in ritardo. La spinta verso l'elettrificazione, d’altro canto, porta con sé il problema del fine vita delle batterie al litio. È noto che alcune batterie pongono seri problemi di riciclaggio, coinvolgendo materiali critici. Dal punto di vista logistico, il trasporto delle batterie a fine vita, che possono raggiungere pesi significativi è costoso e comporta un alto rischio di sicurezza, in particolare il pericolo di fuga termica e incendi. L’assenza di infrastrutture regionali di smistamento e riciclo adeguate centralizza i centri di trattamento, aumentando i costi di trasporto su lunghe distanze. Per l’industria dei macchinari, affrontare queste sfide è cruciale per allinearsi ai requisiti di sostenibilità e garantire che gli investimenti in macchinari elettrici, anche quelli finanziati tramite il PNRR. 
Come sta incidendo sull’andamento del settore la guerra dei dazi? 
Il clima generale tra i manager e gli espositori è di preoccupazione. L'incertezza sul futuro, anche a breve termine, è un forte deterrente agli investimenti e agli acquisti di macchinari. Il fenomeno è esacerbato dalle dinamiche geopolitiche. Riguardo alla questione dei dazi, sebbene l'aliquota del 15% fissata dagli accordi USA-UE sia un costo rilevante, (riplicando le medie preesistenti, il suo valore non risiede nell'ottimizzazione fiscale, bensì nella garanzia di certezza e stabilità. Per settori ad alto valore come i macchinari specializzati e i componenti, la prevedibilità tariffaria è essenziale per la pianificazione degli investimenti a lungo termine. La chiarezza delle regole di ingaggio, pur comportando un costo, permette agli importatori americani di pianificare con maggiore fiducia l'acquisto e l'integrazione di forniture europee. 
Qual è lo stato di salute per il settore macchine in Italia? 
In un contesto di contrazione globale, le piccole e medie imprese italiane stanno dimostrando una resistenza superiore, smentendo la narrazione passata che le vedeva come un elemento di debolezza del sistema produttivo.Questa tenuta si fonda su tre pilastri principali. Il primo è la specializzazione: le aziende italiane di macchinari non competono più sul volume o sulla produzione in grande serie, si concentrano invece sulla nicchia della “macchina speciale”. Questa attenzione all'alta ingegneria, alla personalizzazione e alla qualità garantisce l'accesso a segmenti di mercato dove la soluzione unica è apprezzata e sufficientemente pagata, preservando il margine anche in tempi difficili. Il secondo pilastro è il capitale umano: per le realtà a conduzione familiare i collaboratori non sono solo forza lavoro ma come una risorsa fondamentale, mantenendo un alto grado di coesione interna. Infine, il supporto strutturale fornito dal PNRR. 
Le future strategie di MediaPoint? 
Poiché il successo del format biennale e specializzato di GIS inevitabilmente genererà tentativi di imitazione, la strategia è quella di anticipare le mosse future attraverso la diversificazione e la copertura di segmenti complementari. Il pilastro di questa strategia è la saturazione del polo logistico di Piacenza. Abbiamo già lanciato la manifestazione T-Cube (Truck Tire Trailer), dedicata ai veicoli per il trasporto pesante su strada, inclusi camion, rimorchi e pneumatici, evento che si svolge negli anni dispari rispetto a GIS. L'obiettivo è duplice: capitalizzare la posizione strategica di Piacenza come hub logistico e, allo stesso tempo, assicurare che Piacenza Expo sia il punto di riferimento annuale per la filiera heavy-duty. Parallelamente, l'organizzazione si è mossa per anticipare le tendenze del futuro energetico. Mediapoint ha lanciato con successo Nuclear Power Expo e Hydrogen Expo, oltre a Cybsec-Expo. Il posizionamento in questi settori è strategico, basato sulla convinzione che idrogeno e nucleare, accanto alle rinnovabili, siano le uniche fonti in grado di supportare una decarbonizzazione effettiva.


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