Arruolamento sulle navi, la norma di semplificazione a rischio
Intervento a cura di Giovanni Consoli, Amministratore Unico di Oltremare Servizi per lo Shipping
È vero, si tratta di un elemento di cui si lamentano gli imprenditori italiani attivi in qualsiasi settore, ma nella nostra industria i vincoli e le limitazioni causate da un apparato amministrativo vetusto e quindi superato sotto diversi punti di vista sono ben più evidenti e forieri di problemi che in altre.
In Parlamento, fra Camera e Senato, sono stati presentati ben tre Disegni di Legge che vanno nel senso auspicato, eppure nessuno di questi, per quanto correttamente incardinato fra Montecitorio e Palazzo Madama, riesce a diventare a tutti gli effetti una legge dello Stato. C’è di più, perché in altri passaggi parlamentari assistiamo addirittura a delle retromarce rispetto a risultati che ormai parevano dati per assodati.
Esiste, a tal riguardo, un caso emblematico che vale la pena raccontare.
Nel marzo 2020, in piena pandemia da coronavirus, all’interno del Decreto “Cura Italia” era stata inserita una regola che permetteva l’arruolamento dei membri dell’equipaggio da parte del comandante della nave, dell’armatore o di un suo procuratore.
Questa misura, pensata anche per valorizzare il ricorso alla modalità digitale, era stata pensata in quel difficile frangente per evitare assembramenti negli uffici, ma vista la sua bontà – nonché il fatto che fosse a costo zero per le casse dello Stato, al pari degli altri interventi proposti – era stata via via prorogata ogni anno all’interno del canonico Decreto Milleproroghe.
Questo almeno sino alla fine dell’anno scorso, quando questa ‘banale’ misura di semplificazione era stata estromessa dal Milleproroghe per poi essere nuovamente inserita, non senza difficoltà , in sede di conversione del testo in legge al Senato.
Quello che chiediamo adesso è che diventi strutturale all’interno del nostro ordinamento: risulta infatti già inserita nell’ambito del più ampio processo di semplificazione normativa in corso presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero per le Politiche del Mare e la Protezione Civile ma anche in Parlamento, attraverso la presentazione di Disegni di Legge in tal senso.
Occorre procedere speditamente. Nel trasporto marittimo, e in particolare in alcuni segmenti come quello relativo ai traghetti, c’è un grande bisogno di personale: frapporre barriere burocratiche fra domanda e offerta di lavoro, tornando indietro di anni dal punto di vista normativo, è infatti esattamente l’opposto di ciò di cui avremmo bisogno.
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