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Dal Terzo Valico alla Gronda, a che punto siamo


 

La più importante opera infrastrutturale finanziata dal Pnrr è in ritardo. A certificarlo è la struttura commissariale che lavora sull’opera, mastodontica, che il 3 settembre scorso ha approvato la variante di layout. Parliamo della nuova diga di Genova, considerata una pietra miliare per il potenziamento della logistica ligure e italiana. La nuova configurazione consentirà di portare avanti in parallelo le opere delle fasi A e B, cercando di recuperare il tempo perduto negli scorsi mesi, puntando alla conclusione dei lavori entro dicembre 2027. 
“Pergenova Breakwater”, il consorzio che si è aggiudicato il progetto per la costruzione della nuova infrastruttura portuale, racchiude quattro realtà leader del settore delle costruzioni, e si è dovuto confrontare - anche aspramente - con le volontà della stazione appaltante, l’AdSP del Mar Ligure Occidentale, e delle istituzioni locali. 
Dalla posa della prima pietra nell’aprile 2024, sono stati messi in acqua dodici dei circa cento cassoni che creano il basamento fino a una profondità di 50 metri. I cassoni, prefabbricati in cemento armato e con le dimensioni record di 33 metri di altezza, 35 di larghezza e 67 di lunghezza, sono stati al centro di un lungo dibattito tecnico e politico. 
“Per costruirli verrà impiegata la Tronds Barge 33, una chiatta semisommergibile lunga 110 metri e larga 45 metri, in grado di immergersi fino a 20 metri sotto il livello dell’acqua” spiega il consorzio sul sito-vetrina in merito ai passaggi operativi previsti per i prossimi mesi. “Questa capacità di affondamento consente di abbassare il ponte della chiatta al di sotto della linea di galleggiamento, facilitando le operazioni di varo e movimentazione dei cassoni”. 
Una volta terminata, la diga consentirà l’ingresso nel porto di Genova delle grandi navi portacontainer, lunghe 400 metri e larghe 60 metri, e delle navi da crociera “World Class”. Il potenziamento del cerchio di evoluzione nel bacino di ponente, che passerà da 450 metri a 550 metri, insieme all’ampliamento dell’imboccatura portuale da 138 a 235 metri, favoriranno l'ingresso e la gestione di navi di maggiori dimensioni, con evidenti vantaggi in termini di navigabilità e sicurezza, anche in situazioni di emergenza. Ma la nuova variante coinvolge anche un tema economico, visto che l’investimento aggiuntivo ammonta a circa 330 milioni di euro, finanziati ancora tramite fondi Pnrr e Pnc (Piani Nazionali Complementari). Il cantiere, che quindi andrà a lavorare con maggiore fretta e più linee di operazione, ha visto il parere positivo dal collegio consuntivo tecnico, che ha riconosciuto anche la modifica delle lavorazioni specifiche sui cassoni, vista la criticità della tenuta del fondale. 
La diga di Genova non è certo l’unica infrastruttura attesa dal territorio e dall’intero settore. Nel corso degli ultimi anni, la Liguria è al centro di notevoli attività di trasformazione, manutenzione e potenziamento dell’intero sistema logistico. A seguito del crollo del ponte Morandi, il giro di vite richiesto dall’allora governo giallo-verde, oltre alle compensazioni richieste ad Autostrade per l’Italia, ha dato il via a una lunga serie di cantieri sulle arterie autostradali che attraversano la regione. 
Il contesto ligure si distingue per complessità a livello europeo: ben 152 gallerie autostradali caratterizzano i tracciati, pari a quasi il 30% del totale nazionale e circa il 15% delle gallerie della rete europea. La pausa estiva dei cantieri è finita, e l’autunno promette di portare con sé numerosi altri disagi per il fronte autostradale. 
Dal termine del Salone Nautico di Genova, a fine settembre, apriranno due nuovi punti critici sulla rete. Sulla A10, in prossimità dello svincolo di Savona, sarà chiusa per lavori la galleria Fornaci in direzione ponente. L’intervento, non più procrastinabile, riguarda sia l’adeguamento alle normative europee in materia di sicurezza (con scadenza fissata al 2026) sia il consolidamento strutturale e impiantistico. 
Le simulazioni di traffico indicano scenari critici: nei giorni festivi e prefestivi si prevedono code superiori ai 10 chilometri, con ripercussioni anche sulla A6 Torino–Savona e sulla viabilità locale. Ad esempio, per domenica 28 settembre sono stimati 8 km di coda verso Ventimiglia e 11 km verso Savona, ancora pari a 5 km alle 23 dello stesso giorno. 
La durata prevista dell’intervento è di tre mesi per una canna del tunnel (da settembre fino alla pausa natalizia) e ulteriori tre mesi per la canna opposta. A seguire, altre due gallerie dello stesso tratto dovranno essere ammodernate con modalità simili. Parallelamente, sulla A7 Milano–Genova sono in programma due cantieri rilevanti nei pressi dei caselli di Busalla e Ronco Scrivia. I lavori, affidati alla concessionaria Aspi, dureranno circa un anno e prevedono la costruzione di rampe provvisorie per il rifacimento del casello, con una riduzione della carreggiata a una sola corsia per senso di marcia. 
Si tratta di un nodo particolarmente sensibile, dato il ruolo dell’area come crocevia logistico per i flussi merci legati al porto di Genova e la presenza di numerose attività industriali e commerciali che necessitano di approvvigionamenti e spedizioni regolari. 
Sul lato ferroviario, buone notizie arrivano dal cosiddetto “Nodo di Genova”, ovvero da quel complesso di opere su ferro che stanno silenziosamente trasformando la mobilità su rotaia. Finito il quadruplicamento del tratto tra Genova Voltri e Genova Brignole, che consentirà di separare i flussi di treni passeggeri dai merci, il cantiere prosegue verso la fase di collaudo e certificazione per mano di Ansfisa. E mentre sono in corso i lavori per portare a sei i binari disponibili tra le stazioni di Brignole e Genova Piazza Principe (che rappresenta il principale ostacolo al potenziamento del sistema ferroviario ligure), si parla di aprire la tratta non oltre gennaio 2026. 
Chi invece dovrà ancora farsi aspettare, è il “Terzo Valico dei Giovi”, l’infrastruttura ferroviaria ad alta capacità che dovrebbe potenziare e fluidificare il traffico passeggeri e merci da Genova al Nord Italia (e oltre). Un’opera attesa da decenni, che ha incontrato innumerevoli problemi tecnici ed economici, e che ancora non vede la (letterale) luce in fondo al tunnel. 
L’opera prevede una lunghezza di 53km di cui quasi 37 in galleria, e il suo tracciato attraversa ben 14 comuni tra Liguria e Piemonte. Inserito nel Corridoio TEN-T Reno-Alpi, rappresenta un nodo cruciale per collegare il porto di Genova con le reti europee. 
Sul piano dei lavori, a luglio 2025 l’avanzamento complessivo dell’opera è pari al 63,6%, con una spesa realizzata di circa 5,4 miliardi di euro. Gli scavi delle gallerie hanno raggiunto uno stato di avanzamento del 91,3%, con il Nodo di Genova pressoché completato. L’innesto sulla linea Tortona–Voghera, necessario per integrare la nuova tratta alla rete ferroviaria nazionale, è previsto non prima del 2028. Sebbene il termine contrattuale per l’ultimazione dell’opera sia fissato per il 2027, stime più realistiche lasciano aperta la possibilità di un completamento entro 2030, a causa di ritardi negli scavi e nella funzionalità dei binari. 
 Leonardo Parigi
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