AI nelle dogane, opportunità e cautele
L’impatto futuro dell’Intelligenza Artificiale sul “momento doganale” è ricco di promesse. Come in tutti gli altri settori produttivi e dei servizi il panorama delle attese è ampio. L’applicazione della nuova tecnologia garantisce maggiore produttività e, a cascata, una semplificazione generalizzata per le attività degli operatori, sia pubblici sia privati, coinvolti in questa particolare (e delicata) fase della catena logistica. La transizione al nuovo mondo automatizzato comporterà lo sviluppo di nuove competenze, investimenti di non poco conto e una maggiore consapevolezza sul funzionamento di strumenti che andranno per forza di cose adeguati alle specificità delle funzioni. Le sfide, e le scelte strategiche che comportano, sono innumerevoli.
ACCSEA, l’Associazione Campana Corrieri Spedizionieri ed Autotrasportatori guidata da Domenico De Crescenzo ha cercato di fare maggior chiarezza sulla questione con l’incontro “L’impatto dell’IA nella catena logistica”, organizzato in collaborazione con Fedespedi, Confetra, Fedit, Assospena e Consiglio Territoriale degli Spedizionieri Doganali Campania e Calabria.
Dal punto di vista della penetrazione della nuova tecnologia Alessandro Panaro, Responsabile Maritime & Energy di SRM, ha tratteggiato un quadro caratterizzato da una certa cautela nel mettere mano agli assetti aziendali consolidati. “Ad oggi l’81% delle 500 realtà produttive intervistate in una nostra survey non utilizza l’AI e il 72% non prevede di investire in questa direzione”. Le aspettative maggiori, per quanto attiene le aziende logistiche interpellate riguardano la riduzione dei costi e la crescita della produttività. In generale, l’AI viene considerata una soluzione per i compiti ad alto valore aggiunto, con una forte consapevolezza da parte degli opinion leader sulla necessità di una formazione ad hoc per il personale chiamato a confrontarsi con la nuova realtà.
Sul funzionamento del calcolo algoritmico avanzato è stato incentrato l’intervento di Cino Bifulco, Prof. di Ingegneria dei Trasporti alla Università Federico II di Napoli, che ha posto l’accento sui diversi modelli di AI: black box, “caratterizzato da problematiche come bias, overfitting e opacità di funzionamento”, ed explainable AI, costruito secondo regole precise, “a cominciare dalla trasparenza dei processi di funzionamento”.
Il settore logistico per la sua complessità troverebbe un maggior giovamento dal secondo modello, a detta di Bifulco, che considera “interoperabilità dei sistemi, formazione degli operatori ed addestramento con dati certificati” gli elementi centrali di una futura strategia logistica basato sull’AI.
Questioni emerse con chiarezza anche dalla tavola rotonda animata da Claudio Oliviero, Direttore della Direzione Dogane, Antonella Bianchi, Dirigente dell’Uff. Controlli della Direzione Dogane e Alessandra Santillo, Direttore territoriale Campania di Adm.
Le difficoltà maggiori per l’implementazione dei controlli con AI risiederebbe, secondo Oliviero, nei costi eccessivi della rivoluzione tecnologica: “Conviene alla parte pubblica investire grandi quantità di risorse considerando che tra pochi anni le dogane daranno gestite direttamente in ambito europeo?”.
Intanto, i primi passi verso una gestione più evoluta delle dogane si stanno già facendo con interessanti applicazioni nel settore dei laboratori chimici, nell’ottimizzazione della gestione dei dati, nei controlli via scanner e nell’analisi delle incongruenze ricorrenti.
L’individuazione nelle anomalie delle dichiarazioni è a portata di mano, spiega Alessandra Santillo, ma “bisogna percorrere la strada dell’interoperabilità dei sistemi di AdSP e Dogane”.
Hanno partecipato all’incontro anche Carlo De Ruvo, Presidente Confetra e Alessandro Pitto, Presidente Fedespedi intervenendo sui temi della produttività del lavoro e dei bassi salari e sulla necessità di garantire le giuste risorse per il settore.
Leggi su Porto e Interporto