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Giappone: 6,55 miliardi per la cantieristica

 

Giappone, 6,55 miliardi di dollari per la cantieristica navale

Il nuovo governo giapponese ha annunciato l’intenzione di costituire un fondo pubblico da 1 trilione yen (circa 6,55 miliardi dollari) o più per rilanciare l’industria cantieristica nazionale. La mossa è motivata dalla perdita di quote di mercato registrata nel corso degli ultimi anni: il Giappone, un tempo leader globale nella cantieristica navale, è stato superato da Corea del Sud e Cina e ha visto passare la propria quota di nuovi ordini da circa il 15-20% a una stima attuale del circa 8%. 
Tra gli obiettivi specifici del piano figura il potenziamento della capacità produttiva fino a “circa 18 milioni di tonnellate lorde” entro il 2035, dopo un prolungato periodo di contrazione del settore. L’iniziativa include investimenti significativi in tecnologie digitali e automazione – in particolare robotica – e il ritorno all’attività di costruzione di segmenti strategici come le portacisterne per GNL. Un’altra criticità richiamata riguarda il costo dell’acciaio nazionale: il prezzo della materia prima in Giappone è sensibilmente più alto rispetto ai concorrenti asiatici, contribuendo a rendere i prezzi delle navi costruite in Giappone circa il 20% più elevati rispetto alla Cina. 
L’industria cantieristica ha chiesto pertanto misure governative volte a “eliminare o mitigare il differenziale di prezzo interno ed internazionale dell’acciaio” quando si utilizza acciaio giapponese. Il piano rappresenta “la riforma più ambiziosa degli ultimi decenni” nel settore cantieristico giapponese, con una doppia rilevanza: da un lato per il comparto navale interno del Giappone – dove il trasporto marittimo riveste un ruolo centrale (oltre il 60% del traffico di merci del Paese), dall’altro lato, in un contesto internazionale dove le dinamiche competitive globali (prezzi, tecnologie, produzione) sono in rapida evoluzione.

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